Zara
Zara appare sul mare all'orizzonte del viaggiatore con "Le sue mura opera veneta, che per undici tra bastioni e mezzi bastioni con ben regolato congiungimento di cortine la chiudono e la rendono città murata" (p. 131). Al di là delle porte cittadine, delle chiese ricche di opere d'arte e Cinque Pozzi dell'antico acquedotto, della Piazza dei Signori il viaggiatore è colpito dal giardino di Zara: "Non è les Champs Elisée, nè l'Hyde Parke, nè il parco di Monza, nè il Luxemburgo di Vienna - è un piccolo boschetto con iscorciatoje, viottoli, andirivieni, un tempietto greco, un esedra, una ghiacciaja, un caffè; un insieme confuso di arte e di natura, un convegno caro, frequentato" (p.141). L'importanza della capitale della Dalmazia era richiamata dalla menzione degli uffici pubblici presenti in essa, dalle scuole, dall'ospedale civile e da quello militare, dall'arsenale marittimo, dal Teatro, dal Casinò e dal Museo nazionale che conservava i reperti archeologici dell'antica Zara romana e richiamava infine la produzione dei rosoli e del "maraschino rinomatissimo" (p.148).