Spalato
"Abbandonato l'antico Porto di Salona giunsi in questa città, che Spalatro viene chiamata. La sua grandezza è mediocre, ed è situata sulla spiaggia del mare in forma di semicircolo; ha un Porto spazioso, e profondo, ma non molto sicuro dai venti (p.59). [...] Ammirando l'esteriore della città trascorsi velocemente la marina, dov'ebbi campo d'osservare una serie di bellissimi colonnati, e fra questi alcuni fenestroni che davano il lume probabilmente a certe loggie contigue ai Regj appartamenti. E' mirabile l'architettura di questo vasto edifizio regale, perchè ammirai in certi luoghi gli sforzi di Diocleziano per rianimare il buon gusto, e in certi altri una corruzione senza esempio, la quale se potè in allora soggiogare le ricchezze e lo spirito dell'Imperatore, resiste ora agl'insulti inesorabili del tempo (p.60). [...] Questa città conta di popolazione 13000. abitanti circa, ed è Sede Arcivescovile. Ha tre Monasterj di Frati, e tre di Monache, ed un ben inteso Seminario. Appiè delle mura di questa città sortono varj rivi d'acqua sulfurea, che sull'imbrunire della sera tramandano un odore dispiacevole, ed ingrato. I mali cronici vengono spesso guariti coll'uso di queste acque. [...] Il Porto di Spalatro è una delle tre scale del commercio della Dalmazia colla vicina provincia della Bosnia. Il ferro greggio, i cuoi, le manifatture di rame, le lane, le schiavine, la cera, l'orpimento, il cotone, la seta, il frumento sono gli oggetti commerciali, che si ritrovano giornalmente in questo Lazzaretto, e che si diffondono nell'opposto litorale italiano (p.61)".