Bencovazzo
"Si prende la strada di fronte al Pal. Comunale, che sale subito in serpentine fra boscaglia; vista di Obbrovazzo, della gola del fiume, poi in secondo piano della cresta frangiata delle Bébie. Ma presto si perde la vista del fiume e si arriva all'altipiano desolato m. 268, con qualche tratto rimboscato. […]. Perdendo di vista la baia di Carino, si riguadagna un gradino dell'altipiano stesso, quasi perfettam. livellato, senza abitati. La strada lo percorre in lunghi rettilinei; ai confini dell'altipiano emergono vette molto lontane e si scopre anche un piccolo settore di mare; finalm. appare, in una depressione, Bencovazzo graziosam. disteso fra il verde e dominato da un castello in rovina.
Km. 27 Bencovazzo m. 179, ab. 1000 (Alb. Asseria, mod.), in una bella conca di prati, campi e vigne, con pioppi e case di campagna, che compongono attorno un paesaggio di idillico carattere italiano. Il paese si sviluppa ai due lati della carrozz. principale diretta da E a O. A metà del paese, nel lato N è una piazza con nel fondo la chiesetta cattolica; verso l'estremità O, pure dal lato N, salendo si trovano gli avanzi del castello. — PASSEGGIATA ALLE ROVINE DI ASSÉRIA. Dall'estremità E del paese si segue la carrozz. (che conduce a Sebenico), si oltrepassa il km. 57, si lasciano a d. la chiesa ortodossa, a croce greca con cupola ottagonale, poi il cimitero; più lontano si lascia a sin. una casa tra cipressi (Podgradje, cioè ai piedi della città) e poco dopo, al termine di una breve discesa verso il km. 53, a min. 45 a piedi da Bencovazzo, si prende una strada a sin. che sale e al termine della salita si devia a d. giungendo all'alto di un colle abbastanza spianato, lungo circa 1 km., sul quale sono le rovine di Asséria, fondata probabilm. su precedente stabilimento umano e che fu fiorente municipio romano col ius italicum. […]. GITA A VRANA, circa 12 km., per strada diretta a S, attraverso altipiano con qualche tratto boschivo. Vrana o Aurana, […], era un convento di benedettini che Zvonimiro Demetrio re di Croázia donò nel 1076 a Gregorio VII. […]. Ora Vrana è una fattoria, con una torre quadrata e altri pochi avanzi del convento. Proseguendo, appare a sin. il L. di Vrana" (pp. 92-93).