Dalmatia
Poiché non sembravano esserci post-war guide-book, tranne una mal tradotta dal tedesco, miss Currey si propose di raccontare ai viaggiatori moderni come raggiungere la Dalmazia e cosa visitare nelle sue città, la storia di quest’ultime, i principali tragitti da percorrervi. Ampio spazio è dedicato a Dubrovnik e alla sua plurisecolare storia, riportando la descrizione della città redatta dal generale francese Marmont quando, nel 1808, dichiarò la fine della repubblica ragusea (pp. 113-120). Approfondita è anche la ricostruzione della storia di Kotor con una cronaca dell’assedio avvenuto nel dicembre 1813 da parte del cappellano che accompagnava il generale Hoste (pp. 150-159).
Come ogni guida, contiene al principio le raccomandazioni per i viaggiatori di entrambi i sessi, nonostante le donne “non possono fare molte cose”. La viaggiatrice informa che per raggiungere la Dalmazia vi sono due linee ferroviarie (Zagabria-Spalato e Sarajevo-Dubrovnik) e due servizi di piroscafi: il primo percorre la tratta Venezia-Dubrovnik in ventisei ore, con piroscafi italiani e jugoslaviche trasportano soltanto passeggeri; mentre il secondo da Trieste giunge a Dubrovnik in trentasei ore, destinato principalmente al trasporto merci. Quest’ultimo è consigliato per le sue più durevoli soste nei singoli porti. Rassicura inoltre che si potranno trovare senza difficoltà persone del luogo che parlino inglese, tedesco o italiano; consiglia il giusto vestiario da portare con sé insieme a un “rubber bath”; indica i mesi di aprile, maggio, giugno e settembre come i periodi migliori per visitare la regione. Infine precisa in una nota che utilizzerà i nomi slavi delle città, sebbene questi siano poco familiari al pubblico inglese, poiché la Dalmazia dal 1919 appartiene al Regno dei Serbi, Croati e Sloveni - eccezione fatta per Zara, appartenente al Regno d’Italia.