Bocche di Cattaro
"Una via di terra congiunge Ragusa colle Bocche di Cattaro a Castelnuovo (in 6 ore e ½ servizio postale tre volte la settimana, 57 km.); essa percorre il territorio di Canali che costituiva la parte meridionale della repubblica ragusea, e attraversa la Sutorina, lembo di Erzegovina fino al mare, che Ragusa fu sempre contenta fosse posseduto dai Turchi per isolarsi dai Veneziani anche da quella parte. Ma dopo Ragusa vecchia la strada corre lontana dalla costa per paese di mediocre interesse. È assai preferibile la via di mare. Usciti dal porto di Gravosa, il vapore gira intorno alla penisola di Lapad e allo scoglio dei Pettini, dove è stabilito un faro; passa dinanzi alle pittoresche fortificazioni marine di Ragusa, all'isoletta di Lacroma, al golfo di Breno, agli isolotti che coronano la punta di Ragusa vecchia. Si va quindi per due ore lungo un'arida costa che presenta una sola variante alla monotonia, la sporgenza di Molonta formante i due porti deserti di Molonta grande e Molonta piccolo: al sud-est di questo si vede protendersi in mare come un molo gigantesco la Punta di Ostro: è l'ingresso delle famose Bocche di Cattaro, uno dei punti marittimi più meravigliosi del mondo. — Eccellente come porto, che presenta ovunque una profondità di almeno 30 metri ed è ben riparato, salvo la difficoltà dell'accesso col vento di tramontana e dell'uscita col scirocco: vi sono pure frequenti, improvvisi e violenti i temporali.
Le Bocche sono formate da un vestibolo e da quattro bacini principali comunicanti fra loro per angusti passaggi, formati dalle montagne che quivi dovunque si elevano a picco: sono le montagne del Crivoscie e del Montenegro. Lo sviluppo totale della linea mediana del golfo è di 40 chilometri. I vapori che toccano a tutti gli scali vi impiegano 7 ore; ma il viaggiatore non ha motivo di lagnarsene, stante l'estrema varietà di quello stupendo paesaggio marino che a tempo calmo sembra piuttosto lacustre, aumentata dalle frequenti colossali fortificazioni in muratura e corazzate, che ognuno riscontrerà facilmente senza che occorra indicarle una per una. L'aspetto delle borgate e dei villaggi è assolutamente italiano. Si entra fra l'isolotto di Mamula, che bipartisce l'ingresso al vestibolo, e la Punta d'Ostro formata dal monte Kobila: l'altra costa è formata dalla penisola Traste col forte alla Punta d'Arca. […].
[Passata la baia di Castelnuovo] Poi per lo stretto di Kombur si passa nella vasta baja di Teodo; villaggio che pure ha un avvenire come stazione da inverno: il suo territorio, fertile di ottimo vino, è l'unico tratto delle Bocche alquanto largo e pianeggiante fra il monte e il mare: un isolotto, diversi scogli e un promontorio, danno alla costa piacevole varietà. Di recente vi fu attivato un arsenale di marina militare per iniziativa dell'ammiraglio Sternek, che fece piantare anche un parco. Proseguendo, si varca lo stretto delle Catene, così detto perchè ivi effettivamente in antico si chiudeva il passo mediante catene: sulla destra in alto Lepetane, già villeggiatura preferita dai veneziani residenti alle Bocche: a sinistra la Madonna dei Risi, cappella votiva eretta da un equipaggio scampato dal naufragio. In faccia allo sbocco, a piè di una montagna che si alza diritta a 2709 metri, si trova Perasto. […]. Verso levante si apre e poi si rivolge a mezzogiorno finalmente il bacino di Cattaro, popolato di parecchie borgate: Stolivo, Dobrota, Perzagno (600 ab. — locanda) con tre chiese, di cui in alto la Madonna di Gospa e più basso una recente di bello stile bramantesco" (pp. 283-286).
"I Bocchesi sono gente da mare e ne vivono: i Crivosciani sono montanari: in realtà gli uni e gli altri (meno i cattolici per la r eligione) non differiscono dai confinanti Montenegrini: ne hanno il tipo, e del vestito almeno la callotta rossa dove è ricamata in oro una conchiglia. Il vestito delle donne presenta quell'abbondanza di decorazioni e quella varietà di colori da paese a paese che abbiamo osservato già in tutte le popolazioni slave dell'Adriatico, ma vanno sempre più propagandosi le fogge occidentali senza carattere. Le simpatie dei Bocchesi per il Montenegro risultano evidenti anche a Cattaro, specialmente fra gli ortodossi che, trascurati dal governo austriaco, godono appoggio morale (e il loro clero claustrale frequenti sovvenzioni) dalla Russia" (p. 289).