IT | EN

Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Curzola

"Si entra nell'angusto, scoglioso con mare cattivo assai pericoloso canale fra Sabbioncello e l'Isola di Curzola: al pari dell'odierna Corfù questa era detta dagli antichi Corcyra, ma distinta come nigra, forse perchè allora (non più nei tempi moderni) folta di boscaglie. Fu dei Narentani pirati: dei Veneziani dal 999 al 1357, meno dal 1100 al 1129 che l'ebbero i Genovesi: poi dei re ungheresi e di nuovo dei Genovesi; dal 1420 al 1797 nuovamente veneziana. Nelle sue acque i Genovesi riportarono sui Veneziani una segnalata vittoria in cui rimase prigioniero Marco Polo il grande autore del Milione. Dal 1813 al 1815 fu occupata dagl'Inglesi.

È una massa montagnosa, elevata fra i 350 e i 600 metri: cave di pietra travertina assai ricercata fino da Costantinopoli; i lavori che decorano le vecchie costruzioni dell'isola dimostrano che i Curzolari possedevano la buona arte di tagliare e scolpire. Erano pure rinomati i cantieri di costruzioni navali. L'isola presenta un solo vasto e buon porto a ponente, Vallegrande, che guarda l'isola di Lissa: è il punto più commerciale dell'isola e conta 2700 abitanti (due locande). Di li 4 km. a Blatta (5050 ab. — albergo Batistic, birrerie, trattorie, caffè) borgata assai benestante e decorata di una loggia monumentale veneziana del secolo XV. Curzola (2000 ab. — alberghi Alba, Anonimo, Europa), fu il capoluogo storico e lo è ancora amministrativo dell'isola: è situata sulla paurosa costa in faccia a Sabbioncello. Le rovine delle sue antiche fortificazioni (mura, bastioni, torri e castelli) danno al suo complesso un aspetto di venerabile nobiltà militare suggellato dalla frequente apparizione del leone veneto. Curzola ebbe a difendersi dai Turchi e ancora vi si balla dai popolani la moresca, in cui figurano i cristiani che tolgono al re dei Mori la sua bula ossia la sposa ad essa rapita. La più bella delle sue fortificazioni è la torre veneziana Barbarigo, rotonda, a scarpa, con poderoso ballatoio su beccatelli ad arco tondo. Le strade sono estremamente anguste, vere calli veneziane. Tra i numerosi edifizi privati e pubblici, di bella e ornata architettura, primeggia il Duomo, considerato come dei più ragguardevoli della Dalmazia; […].

La decadenza economica è evidente a Curzola dalla degradazione non riparata degli edifizi: la sua prosperità era legata alla condizione di piazza forte marittima veneziana" (pp. 267-269).