Knin
"Knin (1200 ab. — alb. Kerka, restaurant alla Stazione) alla sinistra del Kerka: sul colle la colossale antica fortezza, in cui si possono osservare le sovrapposizioni edilizie degli ungheresi, dei veneziani, dei turchi, dei francesi, degli austriaci. Sulla porta è scolpito il leone veneto che invece del Vangelo aperto tiene colle zampe una croce, simbolo della guerra ai Turchi, i quali infatti vennero per assalto dei veneziani e dalmati scacciati da Knin nel 1688: da allora Knin rimase fortezza veneta di frontiera: nella chiesetta di S. Barbara è sepolto il bolognese Borelli, governatore di Knin, morto nel 1736, capostipite della famiglia dei conti di Vrana in Dalmazia. Fu nativo di Knin nel secolo XVIII il Nanchini che, perfezionatosi nella meccanica musicale a Venezia, vi fondò una stimatissima scuola di organisti. Il convento dei Francescani possiede antichità romane provenienti da Cerkvina (1 ora da Knin) dove sono in corso scavi di ruderi importanti.
La campagna ombrosa di Knin e le sue montagne sono amenissime e si prestano a soggiorno estivo: il punto più interessante è la sorgente del Kerka, entro una grotta velata dalla caduta del Kercic affiuente. In 4 ore di posta (3 con buoni cavalli) da Knin a Verlicca (800 ab. — due locande — club Concordia) a piè di un forte in ruina alle falde del monte Svilaja: non troppo confortevole ma geniale soggiorno estivo: boscaglie in vicinanza, sorgente d'acqua diuretica (in paese è assai diffuso lo scarlievo malattia sifilitica): gita alle sorgenti del fiume Cettina, al cimitero singolarissimo del Salvatore e alla grotta non del tutto esplorata, paragonabile alle più mernvigliose del Carso — altra gita alla cascata di Garjak e al convento greco-orientale di Dragovich. Escursione al monte Dinara che dà il nome alle Alpi dinariche e ne forma la cima culminante.
Da Knin l'unica linea ferroviaria della Dalmazia si biforca nel suo percorso e mette capo a Spalato (5 ore) a Sebenico (4 ore): chi fa il giro della Dalmazia preferirà ritornare a Sebenico e proseguire per mare" (pp. 215-216).