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Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Cascate di Kerka

"Nell'estuario di Sebenico si riversa il fiume Kerka, uno dei pochi corsi d'acqua di qualche importanza in Dalmazia: esso forma nel suo percorso a grandi scalinate, scendendo da un ripiano all'altro, parecchie cataratte; quella di Berljan, quella di Manojlovaz, quella di Roncislap e quella di Scardona: la quale ultima costituisce la più gran meraviglia naturale della regione. (Vedi la Dalmazia del Modrich).

Un servizio quotidiano di piccoli battelli a vapore (compagnia Negri) funziona fra Sebenico e Scardona: il tragitto è di 1 ora e 40 minuti. Appena lasciato il molo di Sebenico, il vasto porto si restringe in un canale, prima quasi diritto a nord-ovest poi tortuoso verso levante: si sbocca così in un vasto lago dalle rive frastagliate, il Prokljan: acque dolci, limpide e placide: un secondo angustissimo canale in curva conduce a Scardona, borgata di 800 abitanti (albergo alla Pace) con una chiesa cattolica e una greco-orientale. Ebbe importanza come una delle principali città romane della Dalmazia: ma di ciò non rimane o almeno non è scoperto verun monumento; appena qualche traccia della strada che congiungeva Salona alle regioni danubiane. Venezia ne ebbe e dovè difenderne più volte il possesso contro i Turchi dal 1411 al 1797.

Piccole barchette a remi conducono in meno di un'ora ai molini e alla cascata, che realmente può reggere per bellezza al paragone delle più celebri, e in parte somiglia alle cascatelle di Tivoli: merita di essere veduta da diversi punti, specialmente dal giardino Dudan, e in diverse ore del giorno e della notte. La sua forza motrice è valutata un milione di cavalli: per ora non dà moto che alle 60 macine dei 20 molini rudimentali, con meccanismo in cui viene impiegato esclusivamente il legno, dove si riduce in polvere insetticida il fiore di crisantemo, e alla macchina elevatrice per l'acquedotto di Sebenico.

Dal bacino superiore alla cascata si può in barca gradevolmente risalire il fiume per raggiungere un altro bacino in mezzo al quale è la pittoresca isoletta di Vissovaz dove, circondato da pioppi, c'è un convento di francescani fondato nel secolo XV: ivi non viene negata l'ospitalità: la biblioteca possiede qualche manoscritto e qualche incunabolo di pregio: la chiesa un buon dipinto S. Francesco d'Assisi. Si può anche ottenere dai frati il trasporto per barca, sempre risalendo il Kerka, fino alla cascata di Roncislap, di carattere meno imponente ma più grazioso della precedente: ivi il fiume è traversato dal ponte romano, lungo circa 500 metri, e lì presso fra rovine una lapide funeraria che ricorda un soldato della legione XIª.

Chi abbia il giorno innanzi preso intelligenze con qualche vetturino o noleggiatore di cavalli a Scardona può a quel punto essere atteso con mezzi di trasporto per visitare il non lontano convento di S. Arcangiolo, greco-orientale, in un mesto paesaggio paludoso abbondante di giganteschi cipressi (nel tesoro vi si conserva un antichissimo evangelario e una stola del XIII secolo) e raggiungere Kistanje (diverse locande — 1600 ab. — vetture pubbliche — posta per Knin staz. ferroviaria in 3 ore, 28 chilometri): […]; sul piazzale della cisterna un muro è decorato con iscrizioni e scolture romane provenienti da Supliaja ossia dall'antica Burnum (8 chilometri sulla strada di Knin) sulla riva destra del Kerka, il quale ivi forma la prima delle sue cascate. Quel punto è detto degli archi romani di Kistanje, e anche chiesa perforata, perché vi rimangono due archi e mezzo a pilastri corinzî di una grandiosa costruzione trionfale romana che viene da alcuni supposta di Trajano e ritenuta in origine composta di 5 o di 7 archi, più elevato quello centrale: vi è pure qualche traccia di un ponte sul Kerka, avanzi di un anfiteatro o teatro e di un acquedotto. Gli scavi anche superficiali diedero abbondante prodotto di preziose antichità. […]. La prossima cataratta del Kerka è detta di Manojlovaz ed è complessa: parecchie balze precedono l'ultimo salto profondo trenta metri, così che rivaleggia con quella di Scardona. Risalendo lungo il fiume, che ivi forma un quieto lago di ½ chilometro, è la cascata o piuttosto l'insieme delle cascatelle di Berljan" (pp. 213-215).