Pago
"Il vapore della linea della Morlacca rientra in questo canale girando la punta meridionalle di Arbe ed approda a Iablanac: ivi la costa croata è costituita dalle radici del monte Velebit, una delle preferite fra le fantastiche dimore delle vile, ossia delle fate, più spesso buone che cattive, di cui sono ripiene le poesie tradizionali della mitologia slava. Il canale è serrato a ponente dalla lunghissima e bizzarramente frastagliata isola di Pago: anche il seguente porto sulla costa croata si chiama Carlopago, e sarebbe lo scalo più opportuno per chi volesse visitare il salvatico altipiano degli antichi Confini Militari croati. Poi il vapore traversa il canale e si insinua per la bocca nel profondo duplice vallone di Pago: nella sacca meridionale di questo è Pago, fondazione veneziana del secolo XV: ne fanno fede sulla piazza la loggia, il palazzo pubblico e il veneto leone. In quel porto sebbene guardato da un castello gli Uscocchi nel 1602 sorpresero la galera di Cristoforo Venier capitano del golfo per i Veneziani, se ne impadronirono, la trassero a Segna, decapitarono tutti gli ufficiali e celebrarono un banchetto dove figurava come trionfo il teschio del Venier. — Pago conta 3600 abitanti, i quali, come nel resto dell'isola, si industriano, agglomerati in anguste viuzze, poveramente colla pesca, e potrebbero assai avvantaggiarsi coltivando razionalmente gli ulivi che abbondano quasi salvatici: vi si è trovato pure carbon fossile. Nelle vicinanze di Novaglia ci sono ruderi di un'antica città, e fra essi notevole una lunga galleria sotterranea rischiarata da spiragli" (pp. 182-183).