Arbe
"Il vapore, lasciando Segna, traversa il canale, approda a Bescanuova, porto meridionale dell'isola Veglia — passa fra questa e l'isolotto Pervicchio entrando nel canale Quarnerolo, oltre il quale si stendono a ponente le isole Cherso e Lussino — gira intorno all'isola d'Arbe ed approda all'omonimo capoluogo, contraddistinto dalla maestosa eleganza dei suoi tre campanili cuspidati.
Arbe non conta che 800 abitanti (locande di Nimiva e di Tomtianovich), ma chi viaggia per studio speciale di storia artistica avrà buona ragione di trattenervisi alquanto e modificare l'itinerario, proseguendo alla volta di Zara con altro vapore (ce ne sono cinque nella settimana). Arbe fu una delle più importanti stazioni marittime dei Veneziani e rimase in fiore fino alla esiziale pestilenza del 1456: il carattere edilizio veneziano vi è superbamente conservato in parecchi palazzi, divenuti albergo di povera gente. Primeggia per graziosa nobiltà il palazzo del Conte, ossia del governatore per Venezia, col suo massiccio torrione, finestre a bifora lombardesca, balcone a colonnine e pilastrini. Il veneto leone figura ancora sulla facciata della residenza comunale, sebbene il vandalismo politico del partito croato abbia tentato di levarlo. L'antica basilica di S. Giovanni Battista (XI secolo) è in rovina: tuttavia vi si mantengono ancora brani di mosaico del pavimento e pitture a fresco di Andrea Alessi da Durazzo (1454). […]. Vi è pure un convento di Minori osservanti e uno di monache francescane. E per usufruire i ritagli di tempo si possono visitare le boscaglie, le saline, le tonnare, gli uliveti, i gelseti, le vigne" (pp. 181-182).