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Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Veglia

"Poco oltre Porto Re, il vapore penetra nell'angustissimo e spesso burrascoso canale Maltempo, travagliato sia dal scirocco che dalla bôra: con questa si può traversare il canale da levante in 5 minuti, senza adoperare vela nè remi. La punta è formata dallo scoglio S. Marco all'estremità dell'isola di Veglia: questa ha comunicazioni a vapore con Fiume due volte al giorno mediante una linea che vi tocca CastelmuschioMalinsca Veglia; a questo capoluogo si giunge egualmente con servizio postale da Verbenico, approdo sul canale della Morlacca. Il nome di Veglia è la traduzione del latino Vigilia: infatti lo stemma dell'isola è una civetta. […].

Si parlava anticamente nell'isola un dialetto vegliotto, di carattere neo-latino, ora quasi affatto scomparso: vi si parla comunemente il veneto. Veglia è meno montuosa delle isole vicine: fertile di granaglie, di vino, d'olio, di frutte, ha nell'interno due laghetti e vi dura ancora, alquanto imbastardita, una razza di piccoli cavalli croati di antica importazione ungherese: come all'Elba, una cavalcata è lo svago alla moda in quell'isola. Presso a Castel Muschio vi sono diverse grotte ancora inesplorate: la borgata conta 1600 abitanti: ivi le rovine di un castello Frangipane; bella veduta: nelle vicinanze la tonnara di PeschieraVeglia (locande alla Naveal Monticello — 1600 abitanti) è sede di un vescovo. Conserva la sua cinta di mura torrite con tre porte. La chiesa più antica è dedicata a S. Quirino. La cattedrale ha quadri di valore e un gruppo in argento dei Dodici Apostoli. Il Gabinetto di lettura possiede tre violini preziosi (uno Stradivario, uno Steiner e un Amati) dono del sacerdote Udina. Bescanuova è rinomata per le sue polle d'acqua sorgiva, cosa rara in questa regione" (pp. 177-178).