Castelnuovo
"A Castelnuovo si sbarca alla vecchia, il vapore ferma alla boa, si discende in una barcuccia, pagando una sopratassa di tragitto, che in molti de' nostri piccoli paesucci viene considerata fonte di lucro; ma che veramente non è che monopolio a beneficio di pochi barcaroli poco riguardosi. Questi di Castelnuovo però non debbono aver né molti né frequenti trasporti, sono modesti nelle pretese (p. 99).
L'importanza sua Castelnuovo la deve al suo carattere di stazione militare, e come tale dovrebbe in ogni guisa studiarsi di renderne agli ospiti lieto e gradito il soggiorno. La cosa poi riuscirebbe a grande vantaggio del paese stesso, che troverebbe facilmente buon aiuto nell'impresa, ed abbellendosi troverebbe pure il modo di trattenere i numerosi viaggiatori, che la guardano dal vapore e passano, senza neppur toccarla. Il paese è però netto, ha una pescheria coperta, mentre luoghi di ben maggior importanza non l'hanno, e vi si vive bene ed a buon patto. Ha pure due stupendi passeggi, uno pella strada di Savina e l'altro per quella di Topla, che di pien gennaio sono smaltati d'ogni sorta di fiori primaverili, ed innondati dalla bionda luce del sole. Figurarsi, se a queste naturali bellezze si aggiungesse un belvedere, messo con gusto, sul bastione di Sant'Antonio, quanti poveri ammalati non verrebbero a bere da quella incantevole posizione, le corroboranti aure di Castelnuovo, mentre al Nord infuriano la neve e l'aquilone (pp. 115-116).
Da circa mezzo secolo Castelnuovo ha una scuola „sui generis“ istituita coi legati lasciati da membri delle famiglie Giurović. [...]. E veramente si può dire ch'ebbe il suo periodo fortunato in cui fu in fiore, e ne uscirono capitani che seppero tener ben alta la vecchia fama marinara delle Bocche. Ora però l'esigenze della nautica moderna impongono scuole con programmi più complessi e con mezzi più ampi, come sono quelle di Cattaro e di Ragusa (p. 113).
Alle dieci la diligenza è sulle mosse per Ragusa. [...]. La via che conduce a Topla è deliziosa, fiancheggiata da ragguardevoli fabbricati, con vasti giardini, delle ville feudali dei Conti Burović, e di ricchi armatori, che colla decadenza della marina mercantile, portarono i loro capitali e la loro coraggiosa attività a Trieste, a Venezia e nella stessa Inghilterra. Ora queste ville signorili sono in gran parte chiuse, abbandonate all'edera ed alle nottole (p. 116)".