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Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Asseria

"In mezzo al colle storico di Podgradje biancheggia una chiesuola, […]. Giunti colà, si frenò a stento un grido unanime d'entusiasmo: un angolo superbo di mura ciclopiche di cinta — grigie e antiche — si alza a circa quattro metri da terra. — Così le mura dell'arce dell'antica Asseria circonda tutto il colle — disse il Glavinic. Stupendo, a dirittura!

Plinio fu il primo che, fra gli antichi, abbia ricordato Asseria. Noverando le città liburniche che recavano al Convento. Scardonitano — una delle tre Diete della Dalmazia romana — nomina gli immunes Asseriates, ossia un popolo che fruiva d'un regime municipale autonomo. I geografi antichi pongono Asseria a 12 miglia da Nedinum, l'attuale Nadin, un paesello insignificante, e a 12 miglia da Burnum, che i lettori conoscono. La posizione, così indicata corrisponde esattamente all'attuale località chiamata Gradina, presso il villaggio di Podgradje.

Non si sa da chi nè quando sia stata fondata Asseria: le mura gigantesche che circondano il colle, sono indubbiamente d'epoca romana, epperò dev'essere stata fondata dai romani, forse su tracce di città preesistenti dell'Illiria. Il perimetro delle mura grandiose racchiude l'arx, o castello, mentre la città si estendeva sul pendìo del colle, verso sud. Lo spazio racchiuso dalle mura, ha forma di poligono allungato; la sua lunghezza massima è di 450 metri, e la larghezza massima di 200 metri; il circuito misura circa 1200 metri, ossia quanto Zara all'incirca. La cappella di Santo Spirito, appartenente a Podgradje, resta nel mezzo dell'antica arx.

Finora si osservarono due porte d’ingresso all'arce di Asseria, una a nord, l’'ltra ad ovest, ed un'apertura secondaria ad est. Per quest'ultima passava probabilmente l'aquedotto dalla sorgente Cernaia, distante un miglio a nord, presso le case Zilic. Vennero scavate alcune iscrizioni, pubblicate nel Corpus Inscriptionum Latinarum del Mommsen e nel Bullettino Archeologico. Il più resta ancora a farsi. Gli scavi moderni sono proseguiti sotto la direzione del Glavinic; egli se ne ripromette rivelazioni preziose, visto che Asseria non ebbe veruna sovrapposizione successiva. Sepolta nel IV o V secolo d.C., deve conservare oggetti e documenti storici prettamente romani. Non si sa, del resto, quando sia stata distrutta; gli archeologi ritengono che, se sopravvisse alle irruzioni dei goti nel V secolo, non resistette certamente a quelle degli avari nel VII secolo. Ulteriori scavi ci daranno qualche dilucidazione anche su questo proposito. Insomma, Asseria afferma vittoriosamente, dopo Salona, un posto primario nella Dalmazia archeologica.

Mentre noi si girava quasi estatici fra quelle macerie, il Glavinic proseguiva la sua dotta conferenza su Asseria: — È probabile che una delle strade mediterranee per Bisanzio, facendo capo a Nona, ch'era un porto romano, passasse da Nedinum, Asseria, Ostrovizza, ecc., e che queste fortezze fossero destinate a tutelarvi il libero transito. La strada che univa l'antica alla nuova Roma, non doveva correre troppo discosta dall'odierna strada maestra: ulteriori indagini scientifiche dilucideranno senza dubbio anche questa ipotesi" (pp. 475-477).