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Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Sabbioncello

"È la penisola più grossa, più montana, più popolata della costa dalmata. Si estende dal capo Gomena — dirimpetto alla punta orientale dell'isola Curzola — fino allo stretto di Stagno, comprendendo un territorio di 380 chil. quadrati, con una popolazione di circa 12,000 abitanti. Ed è unita alla terraferma, formando il canale di Narenta, per mezzo dello stretto su detto, largo un solo chilometro. Frastagliata com'è, presenta una quantità di punte, di promontori, di seni, di vallate, di porti sicuri e vasti: una costa oltremodo pittoresca. […]. Tutta la penisola è bordata di paeselli, più o meno eleganti, e di sfarzose villeggiature, con parchi e giardini, dove i bravissimi capitani marittimi sabbioncellini, dopo lunga carriera sui mari, si ritirano in una lieta quiescenza.

Se il piroscafo, uscendo dalle foci del Narenta, volge la prora verso sud-est e prosegue diritto per un paio d'ore di navigazione, approda a Stagno piccolo. […] dove, se avremo fretta, potremo attraversare l'istmo a piedi — poco più d'un chilometro — e a Stagno grande imbarcarci su uno dei vaporini che viaggiano da lì a Ragusa. Ma a noi preme di girare placidamente tutta la penisola di Sabbioncello, per farne quattro chiacchiere. E però da Stagno piccolo cambieremo rotta, ci dirigeremo verso nord fino al capo Gomena, dove riprenderemo la rotta verso la Dalmazia meridionale, verso Eagusa. Se non che, a Stagno, ci faremo servire un paio di dozzine di rinomatissime ostriche. Voi sapete che codesto mollusco acefalo delle acque di Stagno, gode fama europea: se ne fa ricco commercio. Lo comprova la statistica: e i buongustai affermano che le ostriche di Stagno sono di gran lunga più saporite di quelle di Ostenda, di Anversa, di Whistable. Le tradizioni paesane pretendono poi che ai banchetti di Sardanapalo e di Lucullo siano state servite ostriche di Stagno. Oh, i pretensiosi!...

Costeggiando la penisola di Sabbioncello ci fermeremo alla baia di Bratkovica, per salire alla borgata di Janjina, capoluogo del comune politico omonimo. La salita essendo breve, in meno di mezz'ora ci troveremo a Janjina, ossia quasi nel centro della penisola. Ci accorgeremo tosto, avvicinando qualche cittadino, che quei di Janjina mantengono integralmente il dialetto dell'ex repubblica di Ragusa, di cui facevano parte, mentre in molti altri paesi del territorio raguseo quel dialetto subì sensibili modificazioni di pronunzia e di accentuazione.

Tranne la chiesa di San Biagio, a croce latina, ad una sola navata e senza colonne, cerchereste inutilmente a Janjina monumenti, antichi o recenti, di qualche importanza. Meglio che un punto d'indagini archeologiche, la borgata è un centro di piacevolissime escursioni romantiche. […].

Più a nord, precisamente dirimpetto alle foci del Narenta, troveremo il secondo più importante paese della penisola di Sabbioncello: Trappano. […]. Si comprende che quei paesani, senza trascurare la pesca e la navigazione, si dedichino con alacrità all'agricoltura. Così, pure, è degno di menzione il loro trasporto febbrile per le liti, per il vagabondaggio attraverso i paragrafi dei codici. Non c'è un trappanese che non sia, per metà, avvocato. Lo stesso si dica, in proporzioni più o meno allarmanti, di tutti i sabbioncellini. — Ma è vero — chiesi al signor Iveta, un trappanese — che siete tutti avvocatomani. — Pur troppo è vero... — In tal caso mutate il vostro stemma: in luogo degli avanzi del castello romano, poneteci un codice ed una toga. Ma l'apparizione dell'agentessa del Lloyd, una signorina biondissima, troncò il nostro discorso. Come si vede, a Trappano fa capolino, anche nel bel sesso, la lotta per l'esistenza. Mi affretto a soggiungere che quella bionda agentessa adempie ai suoi doveri con esattezza, con alacrità, con intelligenza; sembra un ometto in gonnelle.

Come girate il capo Gomena ed entrate nel canale di Curzola, vi si presenta, dopo breve navigazione, proprio dirimpetto alla vetusta Curzola, sul versante meridionale di Sabbioncello, la deliziosa Orebich. Lungo la riva della borgatella una serie di splendide palazzine, di parchi, di giardini privati. Un'oasi affascinante, co' suoi dintorni romantici, col suo cielo incantevolmente puro. Aveva, per secoli, il monopolio dell'industria marittima, e, fino a pochi anni fa, la Società marittima di Sabbioncello, con residenza a Orebich, slanciava i suoi navigli a vela nelle più lontane contrade. La Società dovette liquidare, causa le condizioni miserrime della marina a vela. Fortunatamente, quei di Orebich non si scoraggiarono: continuano a dedicarsi al mare e in pari tempo badano all'agricoltura, ritraendone i migliori risultati. Troverete ad Orebich una società elettissima di perfetti gentiluomini, di vecchi lupi di mare, di gente ch'ebbe contatti con popoli civili e progrediti" (pp. 247-252).