Solta
"A sud di Spalato, le più grandi e più ricche isole di Dalmazia — Solta, Brazza, Lesina, Lissa, Lagosta, Curzola, Meleda — formano un arcipelago magnifico. Ognuna di esse, e per la sua posizione e per i suoi prodotti e per la sua storia, ha qualche tratto rimarchevole. Non sono niente affatto «isole abbandonate in mezzo al mare»; formano anzi gran parte della vita civile ed economica delle città sulla costa, e nei fasti storici di Dalmazia occupano un posto privilegiato. I simpatici isolani, se pure non hanno in massa un fare sciolto e mondano, sono industriosi e laboriosissimi, solcano il mare con la più intrepida energia e si slanciano nel mondo, fino in America, in cerca di lavoro e di fortuna. Moltissime fortune private in quelle isole devono la loro origine ad una volata al di là dell'Atlantico. […].
Solta si vede da Spalato. Gli antichi la chiamavano Olintha, perchè tra loro, sotto il nome di olintio, era celebre il miele dell'odierna Solta. Un solo miele faceva concorrenza all'olintio: l'imezio dell'Attica, dal monte Hymettus presso Atene. Anche oggidì il miele di Solta, un articolo ricercatissimo in commercio, deve i suoi pregi alle speciali condizioni del clima, del suolo e dei pascoli dell'isola, come pure alla qualità e alle doti speciali delle sue api. […]. Sventuratamente, codesto prodotto tanto celebrato tende a scemare sempre più, avendo i soltani devastato gran parte dei boschi di ramerino (rosmarino) per piantarvi vigne, o grisantemo, e perfino, sembra incredibile, per bruciare calchere. L'isola che, in un'epoca non lontana, vantava oltre 3000 alveari, non ne conta presentemente 500, ed è peccato!
Solta ha una circonferenza di 51 chilometri: è lunga 20 chilometri e 4 larga. Conta circa 3000 abitanti che popolano sei paeselli. Nel centro dell'isola s'estende un'amena pianura di 22 chilometri di perimetro; il resto è diviso in otto colline amene. Il suo clima, mitissimo, delizioso vi attirava gli antichi salonitani. Molti avanzi di mosaico romano indicano i punti ove sorgevano ville sontuose, ora completamente distrutte dal tempo. I suoi porti — Carober, Oliveto, ecc. — offrono alle navi un asilo sicuro. Nel porto Sordo esistono i ruderi dell'abitazione in cui morì il poeta e letterato spalatino, Marco Marulo (1524). Se vi recate a Solta, fatevi servire olintio, pane e fior di latte, vulgo puina. Credo che gli dèi dell'Olimpo non rifiuterebbero un cibo tanto saporito. Mangiandone, fatevi raccontare le querele dei soltani col Comune di Spalato che, in quell'isola, possiede un patrimonio rilevante" (pp. 134-136).