Rogosnizza
"[…]. prima di passare la [punta] Planka, s'incontra il porto di Rogosnizza, uno dei più vasti e più sicuri che vanti la costa adriatica, un rifugio tanto per i battelli che vi approdano dall'alto mare, quanto per quelli che non riescono a superare la punta su detta. È un seno dai dintorni ameni, con un perimetro di oltre nove chilometri, riparato da tutti i venti. In mezzo, è uno scoglio lungo un chilometro, chiamato pure Rogosnizza, col villaggio omonimo di 1200 abitanti, gente attiva, intrepida, industriosa. Il loro paesello è unito alla terraferma, da cui dista trecento metri, per mezzo di un ponte. Non ha memorie storiche antiche nè presenti, ma dal vertice del piccolo scoglio, ove sorge la chiesa del villaggio, si gode una vista deliziosa. I dintorni del paese producono vini, mandorle, fichi ed olio eccellente; abbondante vi è la pesca e sanissima l'aria. I rogosnizzani possono considerarsi gente destinata ad esercitare in permanenza il salvataggio: oltre 250 navigli riparano annualmente nel loro porto. Ma il nostro piroscafo non vi approda, che una leggera brezza appena increspa il mare. Piacevolissimo ammirare dal cassero quel tratto di costa dalmata che a semicerchio si spinge nell'Adriatico, quasi volesse sfidarne le furie, co' suoi cento seni e baie e porti sicuri" (pp. 84-85).