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Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Cherso

"Lasciato Fiume, terribili raffiche in ogni senso, rendevano pericoloso il maneggio; per qualche tempo si ebbe a lottare senza tregua con nembi furiosi; il capitano mostravasi preoccupato essendochè la tempesta infieriva straordinariamente minacciosa e terribile in quel Quarnero che i marinai chiamano cuor nero a cagione del pericolo che presenta, ma la robustezza del legno e la valentìa del capitano seppero resistere all'impeto della bufera e si riparò nella baia di Cherso, la Crespa o Crexa dei Latini. 

Quest'isola con 10500 abitanti giace al Sud del golfo, separata dalla costa mediante il canale di Farassina. […]. Il territorio, a cagione della sua inuguaglianza, produce poca biada, ma è coperto di viti, olivi ed alberi fruttiferi; e le montagne dal lato di settentrione, di belle boscaglie, che danno ottimo legname di costruzione. Vi si raccoglie, buon miele, vino, olio, aranci ed altre frutta squisitissime, di cui si fa un ricco articolo d'esportazione, insieme al legname da costruzione ed alla legna da ardere. Ne' suoi pascoli crescono bellissimi montoni, e abbonda pure di selvaggina, di uccelli e di pesci. L'industria principale de' suoi abitanti, che traggono profitto dal legname dei boschi, si è la costruzione dei così detti trabaccoli, piccoli bastimenti velieri coi quali si fa il commercio di cabotaggio. Vi sono pure qua e colà fabbriche di panni grossolani e di buoni rosolii. Il capoluogo dell'isola è Cherso; città con 5,200 abitanti circa, in fondo d'una baja profonda, che divide l'isola in due parti quasi uguali, formando un porto assai vasto, sicuro ricovero ai navigli d'ogni grandezza. […]. Da' suoi cantieri escono trabaccoli a due alberi della portata da 200 a 2000 staia, che corrono l'Adriatico, rinomati per la consistenza delle loro compagini, e per la sveltezza delle forme" (pp. 209-211).