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Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Cascate di Kerka

"Lasciata Sebenico mediante un lungo e tortuoso canale che prende la mossa dal porto, il mare s'insinua alcune miglia fra terra, si allarga poi a poco a poco in guisa di lago fino al punto in cui il fiume Kerka termina il suo corso formando una cascata delle più pittoresche che, solo a sè stessa e a nessun'altra somiglia. Descrivendola non so che ripetere la dipintura che ne fece l'illustre Tommasèo con quella sua prosa veramente ispirata e poetica. Egli scrive: «Il Kerka co' suoi passi sonanti, che giù pei monti quasi per gradinata grande scendendo, senza infuriare biancheggia, e le colonne dell'acqua sospese in aria rifrangono il raggio lieto e poi precipitano in tonfani al basso e altre le incalzano rumorose e s'ingorgano e sgorgano continue con veloce armonia». 

Codesta di Scardona è la più sorprendente, ve ne sono poi altre quattro nel medesimo fiume, le quali, quantunque belle non stanno a pari colla prima, e sono: Topolie, Roncislap, Babadol e Bracich. Il mormorio tramandato da queste varie cascate si direbbe il gemito del Kerka moribondo che sparisce nell'Adriatico, il quale sembra abbia sporto innanzi un braccio per accoglierlo, con rara cortesia, nella sua conca dopo la caduta.

I pesci più pregiati scherzano giulivi in mezzo a quelle acque affratellate, ed il dentice incoronato, unico esempio nell'Adriatico, sembra trasmigrato dal Bosforo di Tracia solo per trattenersi a diporto in quel seno, ove il fiume addolcisce e feconda colle sue, le acque marine. La borgata di Scardona con 1300 abitanti; sulla riva destra del Kerka, ch'ivi s'allarga ed ha un corso placidissimo, sicchè lo diresti piuttosto lago che fiume" (pp. 171-172).