Lissa
"Dato il segno della partenza salii nuovamente a bordo e con prospero viaggio ci dirigemmo a ponente di Lesina ove, dopo non molto, presentasi la dominatrice del golfo, la vera Malta dell'Adriatico, Lissa, in latino Issa, in illirico Vis. Questa è una delle principali isole della Dalmazia […]. Sono fertili le terre, abbondanti di pescagione le acque e ne' suoi piccoli porti vi regna non poca attività commerciale. Le sue coste sono di difficile abbordo, e non hanno che tre buoni ancoraggi, porto Comisa all'ovest, porto Manego al sud, e porto S. Giorgio internato, alla punta est; poco discosto da quest'ultimo avvi, più al sud, l'altro piccolo porto detto Carober. Il solo S. Giorgio ha però una vera importanza […]. In fondo a questo sorge Lissa con 2560 abitanti e 4300 il suo comune politico. Le opere fortilizie, che guardano quest'isola, consistono in porto Comisa e Manego, in diverse batterie costrutte su molti punti elevati sul mare, che a distanza di tiro normale possono difficilmente controbattersi dalle navi che vi si avvicinano. Quelle di porto S. Giorgio si compongono del forte d'egual nome e di tre vecchie torri alla Martello, […]. In fondo, ossia presso al capoluogo di Lissa, avvi la possente batteria casamatta detta della Madonna, più indietro spicca la torre detta del telegrafo dalla quale piombano nel porto stesso colpi ficcanti per cui è impossibile potere da quella parte combattere. Il complessivo armamento di tutte le opere dell'isola può presentare in batteria circa 100 pezzi e le truppe di presidio numerare dai 2000 ai 2500 soldati" (pp. 74-76).
"Caduto l'impero di Francia, e ritornata la Dalmazia a far parte dell'impero Austriaco addì 13 luglio 1815, tre anni dopo la seguìta occupazione Britannica, anche quest'isola venne ceduta al generale austriaco Milutinovoich, ma da quell'epoca ad oggi diminuì in modo straordinario il suo commercio e con questo la ricchezza e la popolazione, la quale de 20,000 abitanti che l'intero territorio numerava all'epoca delle guerre Napoleoniche, ora non giunge che a 4300 circa; i quali si occupano nella pastorizia, nella navigazione e nella pesca delle sardelle ed acciughe che vi è copiosissima, non che nell'agricoltura e nella raccolta del suo prelibatissimo miele.
Dall'imperatore d'Austria, venne il porto di Lissa stabilito porto navale, dove fa capo la divisione della sua I. R. Marina, destinata a proteggere la sicurezza della navigazione sull'Adriatico. Le fortificazioni erette dagli Inglesi vennero ampliate e migliorate considerevolmente e vi si tiene guarnigione sufficente per difenderle.
Lissa, detta anche S. Giorgio, è il capoluogo dell'Isola, è sede d'una pretura e novera diversi istituti di beneficenza; possiede pure un museo comunale ricco di medaglie, monete ed altre antiche reliquie dissotterrate nel territorio dell'isola stessa. Fu nelle acque di Lissa che nel 20 luglio 1866 si combattè la battaglia navale tra la nostra armata e l'austriaca, battaglia questa che ricorda fatalmente l'imperizia e la viltà del già ammiraglio Conte Pellion di Persano, e la gloria d'Alfredo Cappellini e di molti altri prodi che sdegnosi di sopravvivere alla mancata vittoria sprofondarono colla nave Palestro, nel mare, insegnando come la fortuna ai magnanimi può tôrre il trionfo non la morte dei prodi" (pp. 89-90).