Bocche di Cattaro
"Il dì 30 alle ore 4 di mattina si procedette verso Cattaro; […]. Non tardò di là il vapore di porci alla vista del canale di Cattaro, quale per la sua baie o seni che lungo esso incontransi vien chiamato Bocche, e gli abitanti in conseguenza di ciò Bocchesi. Questo canale tortuoso, molto lungo, si dilata dopo esservi entrato in un’ampiezza tale, da somigliare un gran lago; egli è chiuso da una catena d’alti monti calcarei, affatto ignudi nelle loro vette, divisi talora da qualche taglio trasversale sino a certa profondità. Devesi dire però, che l’industria umana seppe vincere d’assai con l’arte, la sterilità di quel suolo montuoso, imperciocché lungo le coste di questo canale a destra e sinistra lo trovi ben coltivato, fornito di fronzute piante, amene verzure, che adornano mirabilmente quelle riviere. Sparsa v’è abbondante anche qui la vite e l’olivo, oltre di che trovi il gelso, il sempre verde alloro, il fico, il cedro, il melarancio che rivalizza in altezza allo scoperto gli altri alberi di alto fusto, ugualmente e da dirsi di molti alberi fruttiferi di specie diversa. Le belle forme piramidali dei cipressi, che di mano in mano vi succedono, davano a quegli ubertosi poggi maggior eleganza. Ogni 50 passi circa, incontri alla sponda fra quella ridente riviera, un qualche galante casino, talora una bella borgata, o una più estesa città, con chiese, cappelle ed altro, che vi si riflettono come in uno specchio nelle vicine sottoposte acque, le quali in tutto il canale sono tranquillissime ed appena oscillanti. Ciò è dovuto alla chiusura, che le fa la continuata catena dei monti per ogni lato, ove il vento non può esercitare violenza.
Subito a sinistra entrando, vedi alquanto elevata una città circondata da mura, ch’è quella di Castelnovo, alla quale tien dietro Perasto, di là ti s’affaccia Dobrota, ove voglionsi i più ricchi abitanti. Tra Perasto e Dobrota evvi un senno di mare che molto s’interna. Dirimpetto Perasto incontri un’isoletta, sul cui letto è fabbricata una chiesa in onore della Beata Vergine, denominata la Madonna di Perasto, anche dello scalpello. A destra di questa hai Stolivo superiore ed inferiore. Qui la vegetazione comparisce più rigogliosa, trovandovisi più riparata dai cocenti raggi solari, e vive numeroso, colossale e distinto pei frutti il castagno. Ti seguita la comune di Perzagno, che da Stolivo s’estende sino al villaggio di Mula. Innumerevoli sono ancora gli altri luoghi abitati, dispersi fra quelle pittoresche scene. All’ultimo del canale poi, al piede d’un alta montagna cioè, comparisce la città di Cattaro, l’Ascrivium degli antichi, ove l’arrivo del piroscafo fu alle ore 11 1/4 antimeridiane." (pp. 68-70).