Sette Castelli
"Soffermavasi il re a tanta rarità e vaghezza, divertivasi col raccorre ed ammirare la bella vegetazione di quel foltissimo tratto di campagna, quale appoggiandosi alla catena di que’ monti vicini sovrapposti, si stende a semicerchio dolcemente declinando fino al mare, che lambendo placidamente l’estremo lembo, inaffia le salsole e le salicornie che trovansi alla spiaggia. Su questa spiaggia stessa vedi sorgere orgogliosi i sette castelli coi loro torrioni, che formano i sette villaggi, quali da Traù vanno in misurata distanza sino a Spalato, e ti presentano una delle più incantevoli prospettive in quel graziosissimo seno di mare. Voglionsi essere stati fabbricati dai veneziani per mettere a salvo gli abitanti di que’ tempi, tormentati dalle aggressioni del fiero Trace. E quì pareva l’industre agricoltore venisse compensato a larga mano de’ suoi sudori, mentre ubertosissimi erano que’ campi, que’ poggi freschi ed allegri, brillante la vigna, rigoglioso e ferace l’ulivo. […].
A qualche distanza scorgemo sulla strada un gran stuolo di gente gremita, schierata gran parte, lungo i lati della stessa; erano contadini dei vicini villaggi ivi concorsi, per festeggiare sul passaggio la presenza del re e tributargli come meglio sapevano il loro omaggio. Il tratto di strada su cui stavano schierati, lo avevano cosperso di freschi fiori. Avvicinandosi il re, tutti si levarono in certo modo religioso il berretto, e le donne fecero un inchino modesto e rispettoso quasi fossero state prima istruite. Il re fece fermare la carrozza; degnossi parlar seco loro, e con amore e tenerezza li ringraziava dei loro atti gentili. L’esser stati ben accetti quei loro tenui tratti d’omaggio, apportò ne’ cuori di quella buona gente la più viva gioja, che ben scorgevasi dal loro esterno aspetto. Accade raramente, che sì ragguardevoli personaggi viaggiano quelle contrade ond’è, che all’abitante di que’ luoghi massime al villico, una certa curiosità rispettosa nasce in simili incontri, e tanto più, che riguarda tali visite sempre di buon augurio" (pp. 41-42).