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Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Cascate di Kerka

"In mezz’ora da Scardona fummo alla prima Caduta di quel fiume. In qualche distanza sentivasi il fragore dell’acqua cadente. Questa grande cascata fece sorpresa a tutti; l’acqua scaturisce in diversi punti dalle rupi, che a grandi scaglioni s’innalzano sul letto del fiume; cade interrotta e strepitosa in maggior e minor quantità, con giocosi sprazzi e zampilli, formando un gruppo di moltissime cascatelle, quali frementi precipitano allargandosi di mano in mano in biancheggiante spuma; dà la stessa in tutti i punti che prendi ad osservarla un imponente spettacolo.

Questo fiume ha origine in una caverna sul versante occidentale dei monti Prologh, nella parte orientale del circolo di Zara, scorre al sud - ovest sino a Scardona, formando ivi un lago considerabilissimo, poi un’altro al sud chiamato Proclian, dal quale si scarica nell’Adriatico. Intorno ed al dissopra della cascata crescono bellissime piante, di cui alcune non avevansi anco incontrate. Tra queste eravi: Verbascum plicatum, Avena hirsuta (barbata Pott.), Lycopsis variegata, Roucela Erinus, Nymphaea alba, N. lutea, Picnomon Acarna allora non in fiore, Convolvulus tenuissimus, Chysanthemum cinerariaefolium, Biscutella dilatata Vis., Bellis perennis, Barkhausia rubra, Coronilla eretica, Bonaveria Securidaca e molte altre.

Di là ritornando, vedemmo nell’alto di quelle minacciose rupi verticalmente tagliate, che fanno spalliera al fiume e tengono colla base loro in freno le acque lungo il corso, delle grandi buche a guisa d’antri; dalle cui fauci sortivano a torme svolazzando quantità di colombi selvatici. La tranquillità di quegli uccelli che colassù vivono, pareva non possa essere turbata dal cacciatore, giacche è impossibile l’arrivarli.

Il re andava traendo a matita molti disegni di quel passaggio, che sebbene rinserrato d’alte rupi, allargavasi pure talvolta offrendo delle distanze rimarchevoli con superbe vedute. Arrivossi al piroscafo verso sera, cioè all’ore 8 1/2 in punto" (pp. 37-38).