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Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Sebenico

"La mattina del giorno 25 maggio alle ore 4 1/4 il piroscafo salpò l’ancora da quel porto e si diresse alla volta di Sebenico, ove arrivò alle ore 10 1/4 antimeridiane. […]. Bello eran a vedersi nel tragitto que’ canali e stretti, variati talora con amene collinette che loro fanno corona, fornite al piede di graziosa verzura, abbellite da dolci poggi e da ridenti paesetti, alcuni dei quali specchiansi nel sottoposto mare; luoghi per me la più parte di gradita reminiscenza, avendoli visitati nelle mie peregrinazioni del 1829 e trovatevi massima cordialità in quegli abitanti, specialmente nella famiglia e persona del sig. Pietro Cattunarich sindaco di Stretto, il quale senza mira di niun interesse, ma per mera filantropia, accorda larga ospitalità a chiunque di là vi passa.

Più innanzi vedemmo il forte San Nicolò, che guarda l’ingresso al porto di Sebenico, capo lavoro del celebre Sammicheli. Subito dopo, la città, che con maestoso aspetto sul pendìo del colle al fondo dell’ampio bacino presentasi. Chi entrasse la notte nel porto di Sebenico colla città illuminata, rimarebbe altamente sorpreso dallo spettacolo per la sua bella posizione; essa è situata a modo di anfiteatro, sul declive d’un colle che le s’innalza ed a guisa di corona la contornia.

Arrivati in porto, il piroscafo gettò l’àncora non molto distante da terra, rimpetto cioè l’ufficio di Sanità d’onde vedevasi gran numero di spettatori alla riva. Il re scese a terra, fu accolto ed accompagnato alla cattedrale, ove fatta breve preghiera si diede ad osservare l’architettura gotica di quel tempio con gran maestria fabbricato, ammirabile soprattutto la costruzione ardita del suo tetto, trovandosi in modo particolare una pietra incastrata senza cemento nell’altra, per cui devesi dire giustamente capo lavoro antico. Intanto che il re osservava la cattedrale, allestivasi un battello a sei remi per recarlo a Scardona e visitare la magnifica cascata del fiume Kerka (Titium)" (pp. 35-36).

"Durante la nostra assenza, il pachebotto a vapore dovette provvedersi di carbon fossile dal deposito generale delle vicine cave di Dernis fissato a Sebenico pel viaggio ulteriore, servendosi il Lloyd austriaco in Trieste pei suoi vapori del carbon fossile della Dalmazia.

Sebenico (Sibenicum), città di circa 5150 abitanti, è posta sulla sponda sinistra della Kerka, cinto da torri e di bastioni; la sua forza principale consiste nei forti di San Giovanni e Baron, quali sorgono sulle rupi che la circondano, in oggi dal tempo pregiudicati; l’acqua del fiume Tizio mista a quella del mare formano il bacino che le serve di porto. È sede d’un vescovo cattolico e d’un greco" (p. 38).