Veglia
“Veglia, detta Curica, e Curićta dagli antichi Geografi, e Kark da’ moderni Slavj; è lontana da Ossero a Levante circa miglia 20., e più d’ogn’altra del Quarnero vicina alla Terra-Ferma dalla parte di Ponente, non contandosi da essa a Buccari più di sei miglia, spazio formato da un Canale detto della Montagna. […]. Ha vaste selve, e perciò abbonda di legna; e nella parte chiamata di Dobesnizza, o Castel-Muschio è ricoperta, siccome anche altrove, di feconde vigne, che le somministrano copia di buoni vini. Per contrario scarseggia molto di grano, e di altre biade. Abbonda altresì di ottime sete, e non tenue traffico si fa ancora da’ suoi abitatori di piccioli cavalli, che per la loro vivacità e bellezza sono molto graditi ne’ paesi stranieri.
La sua città, che dà il nome a tutta l’Isola, è posta in parte lungo la spiaggia ad Ostro, e in parte sopra un’eminente collina. Il Porto non molto ampio è guardato da un Forte, o Castello, che si tiene ben guardato. Bella n’è la Chiesa Cattedrale, ove risiede il suo Vescovo, che presentemente è Mons. Pietro Antonio Zuccari Friulano, Prelato adorno di rare doti, e di fervido zelo. Ha un Capitolo di Canonici con sufficienti rendite. Due Nobili manda la Repubblica al governo dell’Isola. Il primo porta il titolo di Provveditore; il secondo, che da questo dipende, ha quello di Castellano, e Camarlingo. La Comunità gode un antico privilegio di creare nel suo Consiglio quattro Visconti, che vengono mandati ne’ Castelli di Dobrigno, Besca, Verbenico, e Dobasnizza con autorità di amministrar giustizia in quelle giurisdizioni nelle Cause di poca somma per comodo di que’ sudditi, che ascendono a circa 6000. Nel mentovato luogo di Besca evvi una ricca Badìa, ch’è Giuspatronato del Serenissimo Doge, ed ha sette Chiese a sè soggette.
Lontano poi dalla città circa 15. miglia in un capo dell’Isola verso Tramontana è il luogo di Castel-Muschio con 800. abitatori. Ha un buon Porto capace di cento Galee, e due fontane d’acqua perfetta assai vicine al mare. Quivi è un’altra pringue Badìa, anch’essa Giuspatronato del Doge, cui pure sono soggetti tutti gli altri Beneficj della Diocesi, trattone il solo Vescovado. Molti Villaggi sono sparsi quà e là con belle Chiese, e buone Fabbriche; e tutti gli abitatori della città e del territorio ascendono a 14. mila” (pp. 396-398).