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Imago Dalmatiae. Itinerari di viaggio dal Medioevo al Novecento

Nona

“Si passa nel Contado di Nona, al cui confine termina da questa parte la giurisdizione Austriaca. Nona, lat. Acnona, è una buona città Vescovile 12. miglia distante da Zara ne’ confini del Quarner, ove il mare raccolto in certa curvatura de’ lidi forma un picciol Golfo chiamato di Nona. Nell’ultimo seno di esso vedesi una Valle d’intorno a due miglia di circuito, in cui sovra uno scoglio di 900. passi di giro, posto nel bel mezzo di quella, sorge la città di figura quasi ritonda, sotto gr. 44., e m. 30. di elevazione del Polo. Quantunque picciola, è assai ben munita e difesa; ed è assai antica la sua origine. Essa è la prima e la più occidentale di tutte le altre Piazze, che possiede la Repubblica nel Continente della Dalmazia, dirimpetto all’isola di Pago, che n’è lontana quattro sole miglia a Ponente, ed è unita alla Terra-Ferma con due ponti, uno a Levante detto il Superiore, e l’altro a Mezzodì chiamato l’Inferiore. Corrispondono a’ detti ponti due Porte della città; e la terza, che ha il Molo da ricettare le Barche, è volta a Ponente. La circondano ampie e feconde Campagne, sparse altrevolte di buoni Villaggi, e ben coltivate” (p. 360). 

Il Canale, che divide questo tratto dalle vicine Isole del Quarnero, che in alcun sito non le sono più lontane di sei miglia, chiamasi il Canale della Morlacca, frequentato con picciole barche da’ circonvicini Isolani, che portano alla Dominante gran copia di legna da fuoco: unico prodotto di questo ingratissimo paese, mal favorito in vero per ogni conto dalla natura. Il taglio di queste legna è la consueta occupazione di codeste genti, che dagl’immensi lor boschi le portano per baize e dirupi al mare, ove le vendono a vil prezzo. La loro lingua è la Slava, siccome anche il vestito. La Religione ritiene molto del Greco; e l’indole è feroce e selvaggia. Del rimanente sono robustissimi di membra, frugali, e indurati alla fatica. Di modo che riescono ottimi soldati nelle fazioni, che non richiedono tutto il rigore della militar disciplina; siccome uniti a Liccani [abitanti di Licca] e ad altre genti di questi contorni, sotto nome di Panduri, hanno mostrato nelle recenti guerre, che sì lungamente travagliarono non poco fa l’Europa dopo la morte dell’Imperador Carlo VI” (pp. 371-372).

“La città e il Contado è retto da un Nobile Veneto con titolo di Conte, e la sua Comunità dividesi in Nobili, e Popolani. Nona è sede Vescovile, e il suo presente zelantissimo Prelato è Monsignor Tommaso Necich nativo della sua Diocesi. Il suo Territorio, che principia dalla vicina Isola di Pontadura, abbonda specialmente di vipere, ed ha una Villa dello stesso nome ben abitata, e divisa dalla Terra-Ferma da un picciolo Stretto, chiamato Pretezalo” (p. 361).