Curzola
“Curzola, già Corcyra nigra, o Melena, e da Giovanni Lucio chiamata Scheria, è un’ampia e osservabil Isola assai vicina ad Issa da un lato; e più ancora alla punta di Sabioncello, Stato di Ragusi, dall’altro. Quantunque essa sia retta da un Patrizio Veneziano con titolo di Conte e Provveditore, né dipenda in verun modo da quello di Lesina, tuttavia pel sito ove giace abbiamo stimato opportuno collocarla in questa parte della nostra Descrizione. Credettero alcuni, che le fosse dato il nome di negra a cagione delle ombrose sue foreste, copiose d’Elci e di altri alberi ottimi per la fabbrica di navigli, in cui molto si esercitano i suoi abitatori, che indi traggono grandi vantaggi. Abbonda ancora di viti, che producono vino in tanta copia, che sopravanzando al bisogno dell’Isola, si cambia in grano, di cui il suo terreno non le somministra nemmeno bastevol provvigione per quattro mesi dell’anno.
Da Levante a Ponente l’Isola si stende per 40. miglia di lunghezza, avendone 90. di giro, con 5000. e più abitatori. Oltre alla città con un buon borgo, comprende più grossi villaggi, fra’ quali Lombarda, Zarnova, Rapnata, Kzara, Smoquiza, e Blatta sono i principali. Ha buoni porti, tutti capaci di numerose armate, ma il migliore dinominato Porto-Bagna, è situato tre miglia lontano dalla città. L’altro detto di VallexGrande volto a Levante, non ne è distante che pochi passi. Sei miglia lontano evvi un altro porto dello stesso nome verso Ponente con buone fabbriche per comodo degli abitatori di Blatta. Il quarto suo porto chiamato Bufalo ha due bocche formate da una Isoletta detta della Madonna abitata da’ Padri Francescani Osservanti. La città, che si accosta alla figura di un quadrato bislungo, giace in quella estremità dell’Isola, ch’è divisa dallo Stato Raguseo per mezzo di uno stretto canale” (pp. 356-357).
“L’antica Chiesa è doviziosamente fornita di sagri arredi, e viene esemplarmente uffiziato da otto Canonici con due dignità di Arcidiacono, e di Preposito; ma tutti con tenue rendita; non oltrepassando di molto quella dello stesso Prelato i mille ducati annui. La sua Diocesi non si stende fuori dell’Isola, in cui molte Chiese sono sparse, nobili, e ben fabbricate, fra le quali si distinguono quelle di S. Niccolò de’ Padri Domenicani, pochi passi fuori della città; e l’altra de’ Francescani Osservanti, un miglio lontano, situata sopra uno scoglio con ampio Convento, ch’è il più bello di tutta la Dalmazia. Fu decorata questa Cattedrale della Vescovile Dignità fin dagli anni 1300., e ora con somma esemplarità e zelo è retta da Monsignor Vincenzo Cossovich nativo di Cattaro. Oltra il palagio del Pubblico Rappresentante, ch’è uno de’ migliori di tutta la Provincia, meritano menzione quello del Vescovado, e diverse altre riguardevoli fabbriche tutte di marmo, di cui è fabbricata poco meno che la città tutta, che gode singolari privilegj, ed è guernita di buona artiglieria, e di milizia paesana comandata da’ suoi Nobili, alla conosciuta fede de’ quali affida la Repubblica la custodia, e la sicurezza di tutta l’Isola. Fra questi, molti sono di antica Nobiltà, e di famiglie feconde d’uomini di spada, e di penna. La salubrità dell’aria è quivi universale; e le rendite degli abitatori consistono in vino, pesce salato, olio, pece, e legnami per fabbricar vascelli; al lavoro de’ quali molti del minuto popolo di continuo s’impiegano” (pp. 358-359).
”Niegano i Curzolani d’aver riconosciuto giammai la Signoria di Ragusi, volendo, che l’Isola loro siasi sempre mantenuta libera fino alla volontaria dedizione alla Repubblica, avvenuta nel 1420., fondandosi sopra alcune Lettere Ducali, nelle quali si legge - quia nobis dedistis vestram libertatem, concedimus Vobis &c. Dopo questo tempo non cambiò più oltre Signore” (p. 360).