Salona
"Fra la Fortezza di Clissa e la città di Spalato, in ugual distanza da entrambe, e due miglia lontana dalla montagna Morlacca verso Tramontana, veggonsi ancora le rovine della desolata Salona, città già nobile e vasta, e per quanto credesi, di nove intere miglia di giro. Dicesi, che fosse un tempo la sede degli antichi Re dell'Illirio, che assediata da' Romani a' tempi di Augusto, fosse gagliardamente difesa dalle femmine, che uscite valorosamente di notte posero il fuoco al campo Romano, e lo costrinsero a ritirarsi. E in vero le donne del paese de' giorni nostri non lasciano dubitare della verità del racconto, robuste e animose come sono. […].
Fu questa città sede Metropolitana fino al settimo secolo, che, distrutta da' Goti e Slavi, i suoi Cittadini, come accennammo, fabbricarono Spalato. […]. Alcuni credono Salona patria dell'Imperador Diocleziano, altri lo niegano, affermando esser lui nato a Dioclea, cioè a dire la moderna Scutari; e soggiungono, ch'egli preferisse ad ogn'altro il soggiorno di Salona, soltanto per potersi godere le saporite Trotte, che produce il fiume Jader oggi chiamato Salona, che quivi si scarica in mare. […]. Si pescano anche oggidì, e sono ghiotta vivanda alle migliori mense del paese. Salona per altro a' giorni nostri è quasi interamente distrutta, non rimanendo in piedi se non una sola Chiesa, e alcune case; onde non è maraviglia che ne' tempi di guerra segua la fortuna di chi trovasi padrone della campagna, essendo stata replicatamente occupata a vicenda da'Veneziani e da'Turchi, a' quali fu ritolta nel 1684. dalle armi della Serenissima Repubblica. Quivi si mostrano ancora i luoghi ove riposavano i sagri corpi di S. Domnio, ora Doimo, e di altri Santi già protettori della città, trasportati poi a Spalato, dove presentemente son venerati” (pp. 345-347).