Spalato
"Spalato latinamente Aspalatum, ovvero Palatium, città Arcivescovile Metropolitana, Primate della Dalmazia, e di tutta la Croazia, è posta dodici miglia lontano da Traù, intorno quattrocento da Vanezia, e non molto distante dalle foci del fiume Cetina. Questa città non è di vasto circuito; ma per contrario è molto ben popolata, e mercantile; essendo una scala delle caravane Turche, che caricano nel suo porto le mercanzie per la Dominante. Questo porto, ch'è ampio, ed ha buon fondo, non è interamente sicuro da' venti; e su le sue sponde non lungi dalle mura della città ha un buono Lazzeretto, ch'è diretto da sperimentati Ministri quivi spediti da Venezia. De' fondatori dell'antico Spalato non rimane memoria alcuna; e que' Geografi, che lo pigliarono per l'antico Epetium, si sono di molto ingannati; vedendosi ancora oggidì le rovine di questo, sei miglia lungi da Spalato all'imboccatura del fiume Zarnovitza, che dà il nome al villaggio posto su le sue sponde” (pp. 341-342).
“Deliziosissimo a vedersi è il paese, in cui è collocata la città in una specie di semicircolo lungo il mare. Buone sono le sue mura, e guernite di moderne fortificazioni così dalla parte del mare come di terra. Ma le mentovate eminenze, dalle quali è dominata ne renderebbero difficile in certo modo una lunga difesa; dipendendo però questa dalla vicina Fortezza di Clissa, che le serve di robusto baloardo. Il Duomo di Spalato era altre volte un picciol Tempio situato nel bel mezzo del Palagio di Diocleziano. È esso ottangolare al di fuori, e ritondo di dentro, e lavorato con buoni marmi fuorchè la volta, ch'è di mattoni, e sostiene una galleria appoggiata ad otto belle colonne Corintie di porfido e di granito. […]. La pastoral cura di questa Cattedrale, è zelantemente amministrata da Monsignor Pacifico Bizza suo dignissimo Prelato, che presiede al Capitolo de' Canonici, e al rimanente numeroso Clero, dal quale viene esemplarmente e con molto decoro uffiziata. Le mura del Palagio di Diocleziano, che abbracciano due terzi della città, sono ancora in buono stato, e formano un quadrato perfetto con una porta alla metà di ciaschedun lato. Tre di queste porte rimangono ancora in piedi, e la loro architettura quanto è bella, altrettanto è robusta e massiccia. […]. Tutta la parte della città, ch'è chiusa da queste mura, è piena d'archi e di antiche rovine. Dalla parte del mare si veggono ancora le vestigia di un portico situato fra il palagio e un'altra muraglia forata con molte finestre, dalle quali poteasi godere la vista del mare. Sparse per la città sono ancora molte belle Chiese, e verso la punta Occidentale del porto una dedicata a S. Giorgio. Un Nobile Veneziano regge Spalato col titolo di Conte” (pp. 343-345).