Traù
"Tarù latinamente Tragurium. Nell'ampio canale, o piuttosto seno di mare, che si dilata fra il Continente e l'isola di Bua, sopra uno scoglio da ogni lato cinto dal mare sta collocata questa città, lontana 70. miglia da Zara, e creduta un tempo penisola, e congiunta alla Terra-Ferma, ove oggi è posta quella sua parte che chiamasi Città Vecchia. […]. Quando questa città, che di presente è una della principali della Dalmazia, incominciasse a godere la prerogativa del Vescovato, è incerto. La cattedrale è dedicata a S. Lorenzo, con buone abitazioni pel Prelato, e pel rimanente clero. Rovinata più di una volta da' Saracini, e da altri barbari nimici, s'incominciò a rifabbricare negli anni 1200., e si terminò nel 1213. per opera del suo Vescovo Tregnano; e questa si è la fabbrica, che oggi ancora sussiste. […]. Ed ora siede con generale approvazione e vantaggio nella sua Vescovil Cattedra Monsignor Girolamo Fonda da Pirano nell'Istria. […]. La città tutta è poi adorna di altre Chiese e Luoghi pii, che servono a un tempo stesso alla Religione e al decoro. La sua popolazione è mediocre; e nel passato secolo fu guernita di buone fortificazioni. Si regge colle antiche sue leggi, avendo un Consiglio composto de' suoi Nobili, cui presiede il Veneto Rappresentante, e da esso corpo si eleggono Giudici e Diputati, che hanno parte nel civil governo, e nell'amministrazione della giustizia. In questa città nacque il celebre Giovanni Lucio, rinomato Scrittore delle cose della Dalmazia; e quivi ancora si è ritrovato il noto frammento di Petronio Arbitro, colla cena di Trimalcione: materia di tante e sì lunghe controversie fra' Letterati d'ogni nazione, che o ne sostennero la sincerità, o lo riprovarono come impostura” (pp. 336-338).