Ragusa
"ALBERGHI: Imperial, presso il Kralja Aleksandra trg, nella strada per Gravosa, 155 l. da 40 a 130 d., pens. 125-180 d. (parco, riscaldam., concerto, autobus all'imbarcadero a 2 km., tennis); Excelsior, nel sobborgo Ploce, 65 l. da 40 a 100 d., pens. 150-185 d. (parco, riscaldam., concerto, autobus all'imbarcadero a 4 km.); Belvedere, nel sobborgo Plocce, 22 l. da 60 a 65 d., pens. 110-115 d.; de la Ville, nella Kralja Aleksandra ul. e Gunduličeva Poljana (con dipendenza alb. Lokrum, dietro il pal. vescovile), 64 l. da 30 a 60 d., pens. 75-95 d. (autobus all'imbarcadero a km. 3.5); Gradac, a 5 min. da Porta Pile, 58 l. da 30 a 40 d., pens. 85-100 d. (parco, concerto, autobus all'imbarcadero a km. 2).
PENSIONI: Viktoria, nel sobborgo Plocce, 107 l., pens. 110-130 d. (parco, riscaldam., autobus all'imbarcadero a km. 4), Miramare, a metà distanza fra Gravosa (a km. 1.5 dall'imbarcadero) e Ragusa, 20 l., pens. 75-110 d.; Villa Argentina, presso l'alb. Excelsior, 29 l., pens. 120-155 d. (parco, riscaldam., concerto, tennis, pesca); Galeb, 20 l., pens. 90 d.
Ragusa m. 15, ab. 18 767, tra il mare e il piede del M. Sérgio m. 412, in posizione meravigliosa e caratteristica, è, per la bellezza del suo mare e del cielo, per la superba vegetazione meridionale, per lo splendore di edifici artistici, per la singolarità della storia e per la sopravvivenza dei costumi regionali, la gemma più bella dell'Adriático meridionale" (p. 213).
"CENNO STORICO. — […]. Ragusa e il suo territorio furono incorporati prima al Regno d'Italia poi all'Illíria, di cui fu governatore il Marmont, creato nel 1809 duca di Ragusa. Il 28 gen. 1814 gli Austriaci occuparono la città e il 15 sett. la popolaz. adunata nella chiesa di S. Biagio, nominò una deputazione di 6 membri perchè si recasse a Vienna a fare omaggio all'imperatore d'Áustria. I nobili però congiurarono contro la Fráncia e contro l'Áustria e, veduto vano ogni sforzo, alcuni emigrarono, altri si condannarono al celibato «per non procreare schiavi». Dopo la Grande Guerra Ragusa è divenuta iugoslava. Essa è sede vescovile dal 990. […]. La città ha pianta quadrilatera con vie abbastanza regolari (dirette all'incirca da S a N), salvo un promontorio a SE sul quale essa si avanza per formare il Porto Casson. È quasi tutta cinta da mura. La sua architettura ricorda più che quella di Venézia, quella dell'Italia Centrale e Meridionale, con le quali Ragusa aveva stretti rapporti. Una giornata basta alla visita.
Giungendovi da Gravosa (O), si trova, a d., il piccolo parco della città; a sin., l'Alb. Imperial e un altro parco, più moderno; quindi l'edificio della Posta. Si arriva alla piazza Brsalje, piantata di gelsi e con una fontana, di Ivan Rendić (1900); vista a S sul forte S. Lorenzo m. 45, su una rupe isolata. Si entra in città percorrendo un ponte sul Miriod Grada e per la fortificata, severa Porta Pile, che forma il più bell'ingresso alla città. È decorata da un rilievo del re Pietro I, di Ivan Meštrović, e da una statua di S. Biagio (patrono della città), entro nicchia. Si entra direttam. in una larga e rettilinea via, lo Stradone o il Corso (placa Kralja Petra), che nel medioevo era percorso da un canale che divideva la città; dopo il terremoto del 1667 il canale fu interrato e lungo la nuova via, divenuta la principale e il ritrovo dei cittadini, si ricostruirono i palazzi, tutti di un tipo, con archi a pianterreno, con un 1° piano di finestre ampie e balconi e con un 2° di finestrette. Le strade che si staccano dalla via a d. sono in lieve discesa; quelle a sin., ripide o a scale nella salita del M. Sérgio. Subito all'ingr. dello Stradone, a d., la fontana d'Onofrio, […]. Pure a d., la Posta e il Comando della piazza, in un edificio delle forme del Rinascimento. A sin., la chiesa di S. Salvatore, con bella facciata Rinascimento, di Bartolomeo da Mestre (1520), ispiratosi alla facciata del Duomo di Sebenico, […]. Si prosegue nello Stradone, a metà circa del quale si volta a d. nella ulica Sv. Barbare, nella quale, quasi subito a sin., la chiesa serba, di rito greco ortodosso; poco lontano, la chiesetta di S. Giuseppe, con bella rosa nella facciata. Ripreso lo Stradone, alla sua estremità si apre la monumentale PIAZZA DELLA LOGGIA, nel cui mezzo, il portastendardo (1418), che ha una nicchia con la statua di Orlando Paladino, simbolo di libertà. Nel fondo a d., la chiesa di S. Biagio (Sv. Vlaho), barocca, subito ricostruita dopo il terremoto, ma distrutta da un incendio nel 1706 e rifatta nel 1715 su dis. di Marino Groppelli da Venézia. Di fronte, la torre dell'orologio, alla cui d. è la Gran Guardia, con in basso una bella fontana, pure opera di Onofrio di Giordano di La Cava (1440), […]. A sin., è la Dogana (sotto la dominazione austriaca), antica Zecca della Repubblica, detta volgarm. «La Sponza», oggi Polizia Urbana. […]. Prendendo a d. della Dogana, si trova la Porta Plocce sul Porto Casson e, proseguendo a sin., si va, tra grandiose fortificazioni, a S. Domenico, che ha un bel portale con elegante arco inflesso. […]. A sin. della chiesa è l'ingresso al Convento dei domenicani. […]. Nel Convento è una Biblioteca con 189 incunaboli (tra i quali, le Prediche del Savonarola con belle incisioni fiorentine), manoscritti miniati e libri slavi. Di ritorno nella piazza della Loggia, prendere a sin. della chiesa di S. Biagio; si trova a sin., al di là della fontana, il moderno Pal. del Comune, su disegno di And. Perissić di Spálato (1862), sul posto di un pal. del Gran Consiglio distrutto due volte da incendi. Nell'int. sono anche il Teatro e, al 2° piano, il MUSEO PATRIO (visita, merc. e dom., 10-12; i forestieri possono visitarlo nelle stesse ore anche gli altri giorni), ove sono raccolte di storia naturale e ricordi, tra cui il gonfalone di seta dei tempi della Repub. e i costumi dei rettori e dei senatori. Segue il Pal. dei Rettori, oggi Pal. Reale, il principale mon. pubblico della città. […]. Prendendo, di fronte al pal., la Kralja Aleksandra, si trova subito a sin. la piazza delle Erbe o del Mercato, coi notevoli Pal. Boscovich e Caboga e il mon. del poeta Gondola, di Ivan Rendić (1893). Proseguendo a sin., si sale (mediante scalinata dell'arch. romano Padalacqua, imitante quella della Trinità dei Monti a Roma) a S. Ignazio, chiesa dei gesuiti (1725), in parte, si crede, su dis. di And. Pozzi. […]. Dalla chiesa, prendendo verso E, si è subito alla Cattedrale (S. Maria Maggiore), rifatta, sul posto di quella che, secondo la tradiz., fu eretta da Riccardo Cuor di Leone. […].
La visita della città deve essere completata con quella delle magnifiche fortificazioni (costruite dal XIV al XVI sec.), tanto dal lato di mare, quanto e specialm. dal lato di terra, ove, nell'angolo N, si inalza la superba cilindrica Torre Menze (Minćeta), dal nome della famiglia patrizia romana che la fece costruire nel 1538 dall'arch. bergamasco Ferramolino (rivolgendosi all'autorità militare, si può visitarne l'int.); inoltre notevole il forte Rivellino, fatto costruire da papa Pio II, quale punto d'appoggio per la Crociata da lui bandita; pittor. il forte S. Lorenzo o di Mala Paga, eretto audacem. a picco sul mare, nel 1039, a O della città (iscriz.: «Non bene pro toto libertas venditur auro»).
PASSAGGIATE E GITE: 1ª, al M. S. Sérgio, […], ov'è il Forte Imperiale, con vista su Ragusa, Gravosa, il mare e le isole.
2ª a S. Giácomo, percorrendo la carrozz. per Cáttaro.
3ª, alla capp. di S. Biagio, in 40 min. […], donde magnifica vista su Ragusa, Lacroma e Gravosa. Di qui un sent. porta alla carrozz., nella quale, a 15 min., è, in una valle, il cimitero con la chiesa di S. Michele.
4ª nella Valle dell'Ombla, seguendo da Gravosa la strada per Métcovich. La gita può essere prolungata fino a (km. 11 da Gravosa) Cannosa, assai interessante.
5ª a Lacroma a 750 m. SE di Ragusa, con motoscafo. È una delle meraviglie dei dintorni di Ragusa, grazie alla vegetazione meridionale" (215-220).