Cascate della Cettina
"La Céttina, o Cétina, il Tilurius degli antichi, uno dei tre principali fiumi dalmati, nasce a E di Tenin da polle che sorgono in un profondo circo formato dalle Alpi Dináriche fra il M. Dínaro e il M. Trecapi, si dirige quasi rettilineo verso SE, ora sparisce in inghiottitoi e voragini, ora si allarga in letti argillosi, correndo tra le Dináriche a sin. e i monti della Sfila a d., poi nella piana a E di Signo piega in direz. S, quindi riprende la direz. SE, divisa dal mare dai Monsor; ma, giunta presso Duare, piega ad angolo acuto verso O, taglia con una profonda gola le propaggini dei Monsor e, dopo un corso di circa 100 km., sbocca nel canale della Brazza subito a NO di Almissa. Povera d'acqua nel corso superiore, a deciso carattere carsico, ne è invece molto ricca nel corso inferiore, ove assume aspetto di fiordo marino ed è navigabile da barche per alcuni km. fino ai molini Radmann. Per più di 1 km. a monte l'acqua del fiume è salmastra. Nel tratto dalla foce a Duare presenta due cascate" (p. 150).
"Da Spálato a Cáttaro per terra. CARROZZABILE km. 325, in riva al mare fino ad Almissa, poi […] la strada lascia la costa e si addentra subito nell'interno risalendo la V. della Céttina; passa dapprima per la gola attraverso la quale il fiume sbocca nel piano; con pendenza fino all'8% e alcune curve pericolose sale nella valle alberata e a prati; amenissima; a sin. si leva l'aspro M. Monsor. Si vede il fiume allargarsi ai mulini di Radaman; più lontano esso precipita da una piccola cascata presso le rovine del ponte Kraljevaz. La strada si alza ancora fino a m. 243, poi discende un poco; la valle sembra di fronte (ove essa risvolta) sbarrata da una montagna, il Biocovo; si giunge a, km. 41, un bivio m. 170, poco prima del villaggio di Duare sormontato dai ruderi di un castello (eretto nel '500 dai Turchi, preso e ripreso dai Veneziani; memoranda la difesa vittoriosa del 1685 contro il Visir dell'Erzegóvina); ivi il fiume forna una brusca svolta. Un sent. discende alla cascata di Duare, alta 30 m., magnifica per massa d'acqua. È detta anche cascata della Vergine, per la leggenda di una fanciulla del luogo, gettatavisi per sfuggire a un pascià turco" (p. 187).